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Indispensabile premessa, non mi posso fregiare del titolo di “beer sommelier”, ma neppure sono un bevitore senza fondo, diciamo che sono l'aficionado di un mondo che trascende il semplice bere per dissetarsi.
Fino a una decina d'anni fa il mio rapporto con la birra era abbastanza banale, ovvero quello con una bevanda conviviale, qualcosa da sorseggiare durante una festa tra amici, o per accompagnare una pizza, oppure da bere con avidità alle feste di paese, senza badare troppo al sapore (indefinibile) e alla temperatura (sempre troppo bassa).
Furono alcuni piccoli locali in centro città ad aprirmi gli occhi su aspetti della birra che mi erano più che ignoti, direi inimmaginabili.
Certo, possedevo già alcune nozioni sul ciclo produttivo di un birrificio, gli ingredienti e i processi, come pure mi erano noti i marchi più famosi, ma di tutto ciò avevo solamente delle informazioni confuse, frammentarie, superficiali.
Grazie alla pazienza di persone più esperte, e in primis di coloro che la mia birra la spillava, cominciai ad apprendere i segreti per gustare e riconoscere le peculiarità organolettiche di questo ambrato nettare degli dei, per saper distinguere una buona birra da un'ottima birra.
Anche internet è giunta in mio soccorso, Infatti in rete sono disponibili parecchi filmati nei quali degli esperti del settore recensiscono i prodotti artigianali, oppure svelano alcuni segreti della birra, spiegano le differenze tra le sue diverse qualità, e persino (importante) dove, come e quando bere quel determinato stile di birra.
C'ho speso delle notti su YouTube per seguire i filmati che hanno per protagoniste birre più o meno famose, e anche le recensioni di birre eccezionali che, con molta probabilità, non avrò mai occasione di assaggiare, Ma tant'è, la passione è desiderio, e senza sofferenza non ci può essere passione.
Così di boccale in boccale, di assaggio in assaggio, di anno in anno, ho finito per accumulare una certa conoscenza di vari stili di birra, non di tutti ovviamente (ce ne sono almeno 400!), ma anche e soprattutto di quelli poco usuali, se non addirittura sconosciuti ai più.
Durante questa mia esplorazione ho scoperto una miriade di piccole birrerie nelle quali il prodotto più apprezzabile è quelli di birrifici artigianali, e saranno proprio queste attività di piccola dimensione il target principale del mio blog.
Motivi di spazio, e anche la consapevolezza dei miei limiti, mi vietano di impegnarmi nell'autoproduzione, anche perché il più delle volte i risultati non sono eccelsi, e vogliate prendere questo come un eufemismo. Non è detto che un giorno anch'io non venga catturato dal ghiribizzo di “fare” una mia birra, ma senza affidarmi a dei kit pronti all'uso, preferirei sbagliare per conto mio; per il momento preferisco “farmi” una birra per dare la giusta soddisfazione a chi la produce e la spilla (e anche al mio palato, of course).
Già da un bel po' mi ritrovo nel ruolo di “promoter”, nel senso che induco gli amici a uscire dal solito giro di birre un tanto al litro, affinché essi possano scoprire il piacere di profumi e sapori nuovi, e per sostenere quei birrifici che non producono birra come se fosse un qualsiasi altro prodotto di largo consumo, ma che invece sono gelosi delle loro peculiarità, dei loro segreti e, se già c'è, della loro tradizione. Pur consapevole di apparire il più delle volte come “vox clamantis in deserto”, anche perché alcuni prodotti godono di una pubblicità martellante e pervasiva, non posso fare a meno di manifestare entusiasmo per quella o quell'altra birra sconosciuta ai miei interlocutori del momento, anche a rischio di apparire un inguaribile bevitore.
Questo blog altro non è che un mio tentativo di “allargare il giro”, per conoscere altri appassionati di birra, per far emergere le piccole produzioni e le distribuzioni locali, e anche per svelare nuovi orizzonti a chi di birra sa solamente quello che passa il convento.
Un ultima cosa. Chi visita le maggiori città europee può godere del servizio turistico “As a local”, ovvero si può essere accompagnati da una persona del luogo per scoprire itinerari nascosti e non turistici, ma non meno suggestivi. Ecco quello che vorrei essere per voi, una specie di Virgilio che vi conduce a scoprire i vari gironi, non dell'Inferno s'intende, bensì del paradiso della birra (e altre prelibatezze).